domenica 20 marzo 2011

Teresa Rampazzi (1914 - 2001)



Teresa Rossi Rampazzi (Vicenza, 1914 - Bassano del Grappa, 2001)




Trasferitasi da Vicenza a Milano, Teresa conseguì il diploma in composizione presso il Conservatorio. Nella città ambrogina iniziò a frequentare Franco Donatoni, Renè Leibowitz, Severino Gazzelloni, Bruno Maderna, Heinz-Klaus Metzger, amici che in futuro avrebbero contribuito a creare l’avanguardia artistica italiana. Nel 1956 tornò in Veneto assieme al marito collaborando, a Padova, col Trio Bartók e il Circolo Pozzetto. Sin dalla metà degli anni Cinquanta Teresa si dimostrò agguerrita contro un mondo per lo più ostile alla diffusione della musica elettronica, battaglia che non lasciò mai intentata. Scriveva nella rivista “Filmspecial” del 1970:

“Col tempo ho capito che, nella maggioranza dei casi, far ascoltare musica elettronica era come invitare gli amici a stendersi sui chiodi. Perdevi l’amicizia.”

Come Luigi Nono, anche Teresa si rivolse all’estero prendendo parte ad alcune edizioni dei Ferienkurse di Darmstadt. Proprio qui ebbe l’occasione di ascoltare il primo generatore di Herbert Eimert, direttore dal 1951 al 1963 dello Studio für elektronische Musik di Colonia, e di accostarsi alla produzione musicale per mezzo sintetico. La musica elettroacustica irruppe definitivamente nella vita della Rampazzi in seguito all’incontro con John Cage (1958) quando vendette il pianoforte e fondò, assieme a Ennio Chiggio, il gruppo Nuove Proposte Sonore. Chiggio, conosciuto nel 1964, faceva parte del “Gruppo Enne” che, nel campo delle arti visive, tentava di unire e armonizzare gli ambiti di scienza e arte. La ricerca “visiva-cinetica” del gruppo avveniva in un laboratorio comune e i risultati di essa considerati come un lavoro di gruppo: l'artista doveva superare il concetto di individualismo sentimentale. Come il “Gruppo Enne”, anche l’N.P.S. riteneva l’arte un prodotto collettivo, anonimo e non finalizzato alla fruizione; per essere scientifica la ricerca doveva essere oggettiva, non emotiva. Ogni evento era domato con assoluto rigore. L’abitazione di Teresa ospitava il luogo di ritrovo e lavoro dell’N.P.S.. Qui i singoli parametri dei suoni elettronici venivano analizzati sistematicamente; la fede nell’elettronica era totale: la tecnologia si era imposta nel mondo, se ne dovevano studiare le potenzialità. L’armonia nel gruppo iniziò ben presto a incrinarsi e nel 1967 si ebbero le prime divergenze intorno ai temi di ricerca: l’ideologia iper-scientifica di Chiggio e la più libera formazione musicale di Teresa entrarono in contrasto tanto che a novembre Chiggio decise di uscire dal gruppo. Teresa aprì allora il suo studio ai giovani organizzando un corso sperimentale gratuito di musica elettronica; strutturato come un laboratorio in cui apprendere l’uso delle apparecchiature, fare esercizi e produrre nuovi oggetti sonori, il corso offriva inoltre l’opportunità di lavorare alla pari con Teresa Rampazzi, la quale a sua volta poteva imparare molto da persone di formazione ingegneristica. A livello tecnico, lo studio includeva nellla sua strumentazione: sei oscillatori a controllo manuale e altrettanti modulabili in frequenza, un generatore di rumore bianco, un filtro di ottava e uno a banda variabile, un modulatore di ampiezza, un interruttore di nota, un riverberatore, un mixer a 10 canali, una centralina di smistamento dei segnali audio, quattro registratori a bobine, un impianto di amplificazione stereofonico e un frequenzimetro. Nell’ottobre del 1972, a Teresa fu affidata la cattedra del corso straordinario di musica elettronica presso il conservatorio di Padova “Pollini”: generosamente concesse in uso la sua apparecchiatura che fu spostata da casa di Teresa alle aule del Conservatorio. Terminava così l’attività collettiva dell’N.P.S. In questo stesso periodo Teresa si dedicò alla produzione di colonne sonore per film d’animazione e scientifici e i risultati delle sue ricerche apparivano sempre più spesso in manifestazioni internazionali. Agli anni Settanta risale anche Insiemi, presentato come opera musicale di Teresa Rampazzi, brano composto da un unico autore ed eseguito in un concerto allo studio Experimentalne polacco, accanto a brani di I. Strawinski, A. Nordheim, C. Grewin e S. Esztenyi. L’evoluzione concettuale, che inizialmente vedeva la musica come produzione anonima, era compiuta. I tempi erano cambiati. Grazie ad alcuni suoi ex-allievi (De Poli e Vidolin) veniva fondato il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova, luogo di ricerca e produzione di computer music: all’età di sessant’anni Teresa si avvicinò alla tecnologia digitale e proprio in questi anni realizzò la quasi totalità delle sue opere.

“Ebbene, mai come adesso noi siamo stati tanto bombardati da segnali acustici: è fin troppo ovvio parlarne. Il flagello è universale: gli antichi direbbero che si è scatenata la furia degli dei; noi la subiamo come si subiscono le catastrofi del Fato. Si insinua che i venditori di radio vadano in fallimento perché tutti le possiedono già, una o due belle grandi in casa, una in tasca, l’altra la posto della cravatta o dell’orologio. Bisognerebbe inventarne tipo lenti a contatto direttamente applicate ai condotti uditivi. E così tutti se ne vanno sonorizzando gli ambienti urbani senza alcuna pianificazione.”

Teresa Rampazzi, “Musica come servizio” in Filmspecial, 2, mag. - sett. 1970.


Ringraziamo Laura Zattra (ricercatrice, studiosa ed esperta dell’opera di Teresa Rampazzi) per testi e informazioni messi a disposizione. Per conoscere di più l'opera di Teresa Rampazzi vi rimandiamo al sito www.teresarampazzi.org e alle pubblicazioni curate dalla Dottoressa Zattra.

Per ascoltare previews dell'opera di Teresa Rampazi o acquistare on line mp3 vi rimandiamo ai siti
www.soundohm.com
www.dieschachtel.com
www.boomkat.com